GIOIELLI - IL DIAMANTE    
  gioielli antichita argenti  
 
DI COSA SI TRATTA
COME VALUTARLO: LE "4 C"
CERTIFICAZIONI: LA "QUINTA C"
DEONTOLOGIA ED ETICA

 
gioielli

 

SCHEDA TECNICA

CLASSE MINERALOGICA: elemento nativo 
GRUPPO: monometrico 
SISTEMA CRISTALLINO: cubico
FORMULA CHIMICA: C
ABITO: spesso è quello tipico ottaedrico, ma si può trovare con abito cubico, tetraedrico, rombododecaedrico ed in abiti più complessi anche arrotondati ed in geminati 
DUREZZA: 10 (variabile a seconda delle direzioni) 
PESO SPECIFICO: 3,52 
INDICE DI RIFRAZIONE: 2,417 (monorifrangente) 
DISPERSIONE: 0,044 
COLORE: giallo, incolore, verde, bruno arancio, viola, blu, rosso, nero 
LUCENTEZZA: adamantina 
TRASPARENZA: trasparente (può essere in alcuni casi anche opaco) Diamante
SFALDATURA: distinta, parallelamente alle facce dell'ottaedro 
FRATTURA: complessa, raramente concoide 
GENESI: il diamante si forma in condizioni di pressione e temperatura elevatissime, all'interno del mantello terrestre e viene portato in superficie attraverso dei condotti (camini kimberlitici) grazie alla risalita di magmi ultrabasici. Oltre che in queste rocce (kimberliti) troviamo anche diamanti in giacimenti secondari (placers, d'origine alluvionale) 
PLEOCROISMO: assente 
FLUORESCENZA: da debole a forte, di solito azzurra, ma anche gialla, arancio, verde o rosa.

 

Etimologicamente proviene dal greco “adamas” che significa indomabile, invincibile.
E’ facilmente intuibile la attribuzione di tale aggettivo ad una pietra che per gli antichi non era possibile intaccare e lavorare.
Anche nella Bibbia si trova testimonianza di ciò, e di come tale caratteristica fosse ben nota:“ ...rendo la tua fronte dura come il Diamante “(Ezechiele 3:4-9).
La scoperta di giacimenti diamantiferi in Sud Africa è tutto sommato abbastanza recente: avvenne infatti nel 1866, ed è proprio lì che, con lo sfruttamento delle miniere e con l'abbondante quantità di minerale a disposizione, comincia l'era moderna del Diamante.
Guardando a questo fantastica pietra con l’occhio asettico del mineralogista colpisce il rendersi conto di come Il diamante altri non sia che carbonio purissimo ed, in forza di ciò, faccia parte di una classe di minerali chiamata classe degli elementi nativi.
Dal carbonio, grazie al diverso abito cristallino che può vestire, in natura generano ben quattro minerali : diamante, grafite, lonsdaleite ( o diamante esagonale ) e chaoite; questo semplicemente grazie ad i collegamenti che gli atomi di carbonio instaurano fra di loro: nel diamante ogni atomo di carbonio è collegato, tramite legami molto forti, ad altri 4 atomi di carbonio, e questo è all’origine della sua elevatissima durezza. 
Ciò fa sì che il diamante occupi nella “scala di Mohs” lo scalino più alto cui è stato attribuito il valore di 10, ed è simpatico notare come, nello specifico caso del carbonio, “ l’abito ( cristallino ) faccia il monaco”: riesce in effetti grazie ad esso ad essere il minerale più duro e, contemporaneamente, anche uno dei più teneri ( grafite, durezza 1,5 ).
Il diamante cristallizza nel sistema cubico e gli abiti cristallini in cui si presenta più frequentemente sono ottaedrico, cubico e rombododecaedrico. 

 

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Storia del diamante

Le prime notizie di rinvenimento di diamanti sono quelle nel X secolo relative all’isola del Borneo, ma le quantità sono minime. 
E’ verso la metà del ‘600 che Jean-Baptiste Tavernier, viaggiatore al servizio di Luigi XIV, scopre le miniere di Golconda sulla costa ovest dell’India. Da qui le repubbliche marinare di Venezia e Genova iniziano ad importarli, per dare seguito a quella che già sin dalla fine del XIV secolo era diventata una tradizione: il diamante montato su anello a suggellare i legami amorosi, simboleggiandone, grazie alle sue note caratteristiche di inscalfibilità e purezza, la durevolezza e fedeltà.
Il commercio di diamanti si intensifica nel XVI secolo con l’arrivo dei Portoghesi a Goa. 
L’India manterrà l’esclusiva nell’estrazione del diamante fino al 1725, anno in cui si scoprì che le pietre cristalline, che i cercatori d’oro del Minas Gerais ( Brasile ) usavano come gettoni per giocare a carte, altro non erano che splendidi diamanti grezzi!
Tale scoperta permetterà ai portoghesi di poter attingere ad una ingente quantità di gemme per la produzione di sontuosi gioielli per la Casa Reale.
All’esaurimento dei giacimenti Brasiliani, toccherà al Sudafrica sostituirli: nel 1866, il vicino di una famiglia di contadini emigrati in Sud Africa, intuisce che, la scintillante pietra con cui la bimba di detta famiglia suole giocare, altro non è che un gigantesco diamante! Si tratta del famosissimo “Eureka” pietra non eccezionale per purezza, ma assolutamente carica di significato visto che darà il là a nuove e più intense ricerche, che porteranno di lì a tre anni al ritrovamento della celeberrima “Stella del Sud Africa” Parte così la frenetica corsa al diamante in quello che diverrà il Kimberley Hole, dai cui camini vulcanici le pietre erano risalite.

Diamante_01

E’ a questo proposito interessante sapere come sia grazie alla particolare geometria dei suoi giacimenti, che il mercato dei diamanti abbia potuto essere così facilmente controllato. Infatti i giacimenti primari di diamanti sono molto piccoli e assolutamente verticali, con una produttività estremamente costante in tutta la massa della roccia scavata e con una durata della vita di una miniera estremamente lunga. 
Qualunque altro giacimento è soggetto all’incostanza ed imprevedibilità dei filoni produttivi o alla geometria spesso molto estesa nel sottosuolo, che non di rado passa frontiere nazionali. I giacimenti di diamanti sono tutti uguali, si tratta di camini verticali di 1-2 km di diametro al massimo (il famoso e ricchissimo camino A154N di Diavik, in Canada, ha solo 100 m di diametro), che contengono una roccia particolare detta kimberlite. 

Nella gara all’egemonia estrattiva Sud Africana si impongono i gruppi della “Compagnia francese delle miniere del Capo”, la società dei fratelli Barnato e la compagnia di Cecil Rhodes. Nel 1888, quest’ultima assorbe le altre due dando vita alla “De Beers Consolidated Mining Company”. 

Oggi le più grandi miniere Africane di diamanti sono quelle del Botswana, Sierra Leone, Angola, Ghana, Liberia.
Parte delle pietre ritrovate in queste regioni, però, ha contribuito ad alimentare e finanziare sanguinose guerre interne che hanno generato il commercio dei cosiddetti “BLOOD DIAMONDS”: fortunatamente, grazie alla rigida applicazione delle direttive del PROTOCOLLO DI KIMBERLEY ( Kimberley Process ), si è giunti negli ultimi anni a risultati molto soddisfacenti che vedono praticamente debellato il grave problema.

 

 

 
     
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